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Home Evento

La Biennale Danza di Venezia nel segno della “trasformabilità”

Giusy Pirosa by Giusy Pirosa
28/07/2021
in Evento
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biennale danza di venezia
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Il coreografo britannico Wayne McGregor nel suo primo anno come direttore artistico della Biennale Danza di Venezia inaugura un Festival multiculturale, contemporaneo e avanguardistico. “Trasformabilità” è il concetto alla base del ricco programma veneto, una parola che sottolinea quanto la disciplina della danza sia in costante evoluzione, mutamento e adattabilità. Per metterlo a fuoco, ecco un ricco cartellone di coreografi di respiro internazionale.

Contents
Il programma della Biennale Danza di VeneziaI coreografi della Biennale Danza

Il programma della Biennale Danza di Venezia

Dieci giorni intensi di proiezioni cinematografiche, spettacoli, conversazioni, installazioni e tanto altro. Questa è la Biennale Danza 2021 che andrà in scena dal 23 Luglio fino al 1 Agosto. Il programma si intitola “First Sense” e sarà diviso in sette spazi, chiamati “passi o tempi” con cui vengono ripartiti i vari momenti della Biennale. Un “tempo” è dedicato ai protagonisti della Biennale College Danza, dove 19 danzatori selezionati su 489 danzatori del mondo, svolgeranno delle sessioni di tecnica di danza classica e contemporanea per arrivare a un breve lavoro coreografico. Un altro “tempo” è dedicato alle collaborazioni, come quella con la Mostra Internazionale di Architettura. Le installazioni Not Once, Tom e Future Self faranno parte della mostra permanente della Biennale e fungeranno da stimoli per le brevi coreografie dei danzatori del Biennale College Danza. Ma, la grande attenzione è tutta sugli spettacoli che vedranno artisti di fama mondiale.

I coreografi della Biennale Danza

Gli spettacoli della Biennale Danza sono di altissimo livello, tutte prime in Italia, due prime mondiali e una europea. Ecco le più rilevanti, le altre potrete scoprirle nel sito della Biennale di Venezia. Pam Tanowitz, coreografa del millennio e la pianista Simone Dinnerstein, daranno vita a “New Work for Goldberg Variations”. La rigorosa danzatrice e coreografa Pam Tanowitz arriva per la prima volta alla Biennale con questa prima europea che gioca sul ritmo e sullo stile. Odyssey è invece la prima italiana del coreografo franco – algerino Hervé Koubi, un viaggio alla ricerca della propria identità a ritmo di hip hop e breakdance. Marco D’Agostin, premio Ubu under 35, ritorna per il secondo anno con una lettera danzata per qualcuno che non ritornerà mai, “Best regards”. La Biennale Danza di quest’anno è una fucina di arte che val la pena scoprire.

Tags: festivalVenetoVenezia
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