Nardodipace è un tranquillo paese in provincia di Vibo Valentia. Pressochè sconosciuta fino a poco tempo, questa località è balzata agli onori delle cronache da quando è stata scoperta nel suo territorio una sorta di Stonehenge italiana.
Si tratta di megaliti, costruzioni enormi (la più grande è alta dieci metri e larga 20) vecchie di seimila anni, che qui tutti chiamano semplicemente “le pietre“.
La notizia della scoperta fu data nel 2002, quando un incendio distrusse la vegetazione selvaggia di questo luogo incontaminato che nascondeva i megaliti, portandoli così alla luce. Tutto il mondo venne così a conoscenza della straordinaria scoperta, straordinaria per le dimensioni colossali dei megaliti, per l’eccezionale conservazione e per l’insolita ubicazione, dato che queste costruzioni megalitiche si trovano nel Nord Europa (ma segnaliamo che esiste un’altra Stonehenge italiana a Brescia).
Come succede in questi casi, sul luogo del ritrovamento si sono susseguiti molti studiosi provenienti da tutto il mondo, che hanno dato le loro opinioni, spesso divergenti. Alcuni sostenevano che le strutture di pietra si erano formate naturalmente, come per caso, altri, tra i quali Alessandro Guerricchio, ordinario di Geologia dell’Università della Calabria, affermano che questi megaliti non possono essersi formati per caso ma sono sicuramente opera dell’uomo, visto l’ordine preciso in cui sono disposti. Come non si sa, visto che le pietre pesano 200 tonnellate…
I giganteschi megaliti di Nardodipace sono alti circa 8 e 6 metri e hanno una base di decine di metri, formati da enormi pietre pesantissime a forma poligonale assemblate con una precisione sorprendente.
E’ stato accertato che le pietre, di granito duro, provengono dal monte Palella, e sono state chissà come trasportate nel luogo in cui ora si trovano.
Mentre studiosi, archeologici e anche alcune università americane continuano a condurre studi sul posto, il comune di Nardodipace si sta impegnando per istituire una sorta di “parco del Neolitico“.